Storia
Fano: Signoria dei Malatesti
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Con la scomparsa violenta dei maggiori cittadini fanesi e il
venir meno dell’aiuto dell’antica alleata Venezia, i Malatesti trovarono libera
la via della podesteria prima e del dominio di Fano poi. Una speranza di
liberazione si ebbe nel 1357 quando il cardinale Egidio d’Albornoz, sconfitto
Galeotto I Malatesti, convocò a Fano il Parlamento della Marca da cui uscirono
promulgate le celebri “constitutiones Aegidianae”, ma fu solo un’illusione
perché Galeotto, proprio in quella sede, si vide riconoscere il dominio della
città, seppur con il semplice titolo di “vicario”. Era la Signoria che
sarebbe durata per centosette anni, concludendosi con il ritorno della città
sotto la diretta dipendenza del pontefice romano solo nel 1463. In questo
periodo i fanesi condussero una vita piuttosto agitata, ma anche attiva e
abbastanza prospera, favorita dalla presenza di una piccola corte che seppe dare
impulso alle arti e alle lettere e che accrebbe, abbellì e fortificò la città
con opere ancora oggi parzialmente conservate. Nel 1385, morto Galeotto, gli
succedette il figlio Pandolfo III, morto a sua volta nel 1427, gli succedettero
il fratello Carlo, signore di Rimini, e il figlio Galeotto Roberto il Beato che,
ritiratosi in convento, lasciò la Signoria al fratello Sigismondo
Pandolfo. Il nuovo signore, tutto preso dalle continue guerre e dal gran
sogno rinascimentale del suo tempio riminese, finì per trascurare Fano. Nel
1463 dopo un lungo assedio, Federico da Montefeltro riuscì a sottrarre per
sempre a Sigismondo la signoria di Fano introducendo la “libertas
ecclesiastica”.
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