Vongola (chamelaea – venus gallina) – agosto 2004
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Questo mollusco bivalve è caratteristico dei fondi
sabbiosi, vive a poca profondità e ha sempre avuto un ruolo importante
nell’alimentazione delle popolazioni costiere. Si sono
trovati gusci di vongole in grotte, tombe preistoriche e romane a dimostrazione
dell’ampia conoscenza e grande utilizzo della specie.
La vongola è particolarmente diffusa lungo il
litorale adriatico, dove è pescata con varie modalità. Attualmente si pesca con
draghe turbosoffianti che setacciano i 3-4 cm di sabbia superficiale prelevando
le vongole che vivono immerse verticalmente nella sabbia lasciando sporgere il
bordo con due cortissimi sifoni.
Dopo due anni di vita le vongole arrivano a 25 mm,
che è la taglia minima di legge perché possano essere pescate e
commercializzate. Finché sono vive le vongole rimangono chiuse e solo alla loro
morte si aprono. Il loro peso è costituito dalla conchiglia, dall’acqua di mare
racchiusa entro la conchiglia e dal corpo del mollusco che in genere è il 10-12%
del peso totale. Con la conservazione si può avere una riduzione del peso per
perdita dell’acqua interna. A volte, con le operazioni di pesca della sabbia
finisce all’interno delle vongole ed è buona abitudine, dopo averle acquistate
in confezioni sigillate, metterle a bagno per qualche ora in acqua salata,
cosicché riprendendo a filtrare espellano l’eventuale sabbia.
Le vongole veraci si differenziano per una
conchiglia più allungata, due lunghi sifoni e un sapore meno
marcato.
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