La
crescia sfogliata, da non confondere con la piadina, è un prodotto tipico
dell’Appennino pesarese.
La capitale di questa specialità gastronomica è Frontone, la cui
tradizione contadina ha tramandato per generazioni cosa e come impastare per eccellenti
cresce in graticola. Già, perché la famosa crescia di Frontone va
cotta adagiata sui carboni ardenti. |

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Durante la
cottura, va spennellata con strutto di maiale da una parte e
dall’altra. Una volta ben cotta, va farcita a piacere con salumi,
formaggio, verdure. Da sola può diventare un pasto completo saporito e molto
gustoso. Il segreto di una buona crescia è naturalmente negli ingredienti:
farina di grano tenero, acqua, pecorino, strutto di maiale, uovo, un pizzico di
sale e pepe. L’impasto deve riposare per circa un’ora e poi deve essere steso
rigorosamente a mano con l’aiuto di un matterello di legno.
Un’altra crescia tipica della tradizione marchigiana
è la cosiddetta “crescia di Pasqua”, una pizza salata a base di formaggio da
cuocere in forno, di solito preparata, come vuole la tradizione, per imbandire
la tavola durante il periodo pasquale.
Il sapore più o meno dolce di questa pizza, ottima
con i salumi tipici delle festività pasquali e accompagnata da un buon vino
rosso, dipende dal dosaggio degli ingredienti principali: pecorino, parmigiano e
in alcuni varianti ricotta fresca.
Difficile che cresce fatte in case diverse abbiano lo stesso sapore,
ognuna è buona a modo suo tanto che esiste una “gara di cresce di Pasqua”: si
tiene ogni anno a San Giorgio di Pesaro e l’aspetto più gustoso è senza dubbio…
partecipare come giurato!
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