Nella storia alimentare delle famiglie marchigiane, il maiale ha un ruolo da
protagonista assoluto. Quando la coltivazione dei terreni e i contratti agrari erano
regolati dalla mezzadria, le famiglie contadine erano solite alimentarsi utilizzando tutte,
o quasi, le parti del maiale. Far ingrassare il maiale in modo sano
e vigoroso era dunque interesse di tutti. Questo aspetto è tuttora molto
curato e la qualità eccellente dei salumi marchigiani è la
prova tangibile dell’attenzione riservata alnutrimento di questo
animale.
Tra serio e faceto, da
qualche anno, a Sant’Andrea di Suasa nell’interno pesarese, si tiene
addirittura la “Festa del Nino”, così era affettuosamente chiamato nelle
campagne marchigiane, fino a qualche decennio fa, il maiale, ovvero la
“dispensa vivente” per la famiglia del contadino.
Oltre alla carne e ai
salumi di maiale, la buona tradizione contadina locale propone altre
varietà di carne: galli ruspanti, coniglio, carne bovina ed
equina.
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Sulle tavole marchigiane la carne è sempre stata presente con gusto e come
portata fondamentale di molti indimenticabili pranzi.
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