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 San Lorenzo in Campo

 

Il paese di San Lorenzo in Campo (m 168 s.l.m.) è ubicato nella valle del Cesano. Il suo territorio è in parte collinare e in parte di pianura; i terreni sono costituiti da argille, depositi alluvionali terrazzati e alluvioni di sabbia e ghiaia nella valle.

Il Comune ha come frazioni San Vito sul Cesano e Montalfoglio, situate nella zona collinare a 250-400 m di quota, che mantengono il loro impianto medioevale.


 

Il Fiume Cesano segna per lunga parte il confine tra la Provincia di Pesaro e Urbino e quella di Ancona. Nasce dal Monte Catria ed ha come affluenti principali il Cinisco, che ha origine anch'esso dal Gruppo del Catria, e il Torrente Nevola. Sfocia in Adriatico nei pressi di Marotta. Lungo di esso sono ubicati nel medio e basso corso, oltre a S.Lorenzo in Campo, anche Monte Porzio, San Filippo sul Cesano, San Michele al Fiume e Pergola. Sulle rive cresce un bosco ripariale igrofilo, con pioppete e saliceti. Le alberature igrofile si fanno più rade lungo i fossi, evidenziati da sottili fasce verdi.

Il paesaggio è di tipo prevalentemente rurale, con alberature sparse lungo le strade, i fossi e le scarpate. Tra gli alberi predominano la Roverella e l'Olmo campestre.

La Roverella è una quercia alta sino a 25 m, i cui frutti (ghiande), mangiati da mammiferi e uccelli, un tempo erano usati per alimentare i maiali e in periodi di carestia per fare il pane.

L'Olmo campestre (Ulmus minor) è un albero comune nelle campagne.

Tipici i suoi frutti leggeri e membranosi , che si formano e cadono ancor prima dello spuntare delle foglie. Il suo fogliame veniva usato un tempo come foraggio.

Le siepi sono abbastanza diffuse nel territorio collinare. Sono composte dalle stesse specie vegetali che crescono nei boschi circostanti: querce, olmi campestri, Aceri campestri, biancospini, rose canine, Sambuco, Sanguinello e prugnoli. Nonostante sia grande la loro importanza come frangivento, delimitazione di proprietà, cibo e rifugio per la fauna selvatica, vanno progressivamente scomparendo a causa delle trasformazioni agrarie.

I boschi sono abbastanza diffusi nella zona collinare dai 150 ai 500 m, anche se tutti di modeste dimensioni: si tratta di querceti da mesofili a xerofili con copertura costituita da Roverella (Quercus pubescens), Carpino nero (Ostrya carpinifolia), Orniello (Fraxinus ornus), Sorbo comune (Sorbus domestica), Acero campestre (Acer campestre) e Olmo (Ulmus minor). Al di sotto e soprattutto al bordo esterno e nelle radure, cresce un insieme di cespugli, quali il Ginepro comune (Juniperus communis), il Nocciolo (Corylus avellana), il Ligustro (Ligustrum vulgare), la Berretta da prete (Euonymus europaeus), il Biancospino (Crataegus monogyna), il Sanguinello (Cornus sanguinea), il Prugnolo (Prunus spinosa) e la Rosa canina (Rosa canina). Le piante del sottobosco crescono ora fitte ora rade a seconda della luce tra il soffice e spesso strato di foglie cadute: tra le tante la Felce aquilina (Pteridium aquilinum), la Primula (Primula acaulis), le Violette (Viola sp. pl.), i Ciclamini (Cyclamen hederifolium, C.repandum) e la Fragola (Fragaria vesca). All'orizzonte, nel settore da Ovest a Sud, sono visibili i rilievi dell'Appennino Marchigiano. I più appariscenti, verso Sud-Ovest, sono il Gruppo del Catria e il Monte della Strega.

Con i suoi 1701 m il Monte Catria, il "gibbo" di dantesca memoria, rappresenta la montagna più alta della Provincia di Pesaro e Urbino. Il Gruppo del M.Catria comprende altre due cime minori: il Monte Acuto (m 1668) e il Tenetra (m 1240). Il suo territorio è compreso nei Comuni di Cagli, Frontone, Cantiano e Serra S.Abbondio. Il Catria possiede una grande importanza paesaggistica e naturalistica: comprende pareti rocciose dirupate, gole, prati sassosi, pascoli, boschi, arbusteti e ruscelli. La struttura è quella di una grande piega anticlinale di strati prevalentemente calcarei che include anche i Monti Nerone e Petrano, posti più a Nord-Ovest. Di grande interesse sono le specie vegetali che crescono negli ambienti rocciosi e nei prati sassosi, per le quali sono state istituite ben sette aree di tutela floristica regionale. Vistosissime sono le fioriture di Viola di Eugenia, Primula, Genziane, Narciso,varie Orchidee e Nontiscordardimè. I boschi al di sopra dei 900 metri sono delle faggete, mentre al di sotto in prevalenza degli orno-ostrieti, caratterizzati cioè dall'Orniello e dal Carpino nero, accompagnati da altre caducifoglie come Aceri e Roverella. La lecceta è presente in alcuni punti del Gruppo del Catria. La fauna comprende specie di grande interesse scientifico: da ricordare l'Aquila reale, il Pellegrino, la Coturnice e il Fringuello alpino. Una colonia di Gracchi corallini, nidificante in anfratti rocciosi di una parete a strapiombo, è la più settentrionale dell'Appennino. Per la sua importanza naturalistica il M.Catria è stato proposto come parco naturale nel Piano Paesistico Ambientale Regionale delle Marche.

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