|   Il paese di San Costanzo (m 150 
s.l.m.) è ubicato sulle colline tra le valli del Metauro e del Cesano, a poca 
distanza dal mare. In vicinanza del capoluogo si trovano le frazioni di Cerasa e 
Stacciola.  
 
   Il suolo è di tipo arenaceo e argilloso. All'intemo 
delle sabbie plioceniche sono inclusi interessanti ciottoli di natura eruttiva e 
metamorfica. Sull'origine di tali ciottoli è stata fatta l'ipotesi che 
provengano da rocce dell'arco alpino, trasportate dai fiumi e scivolate in mare 
attraverso canyon per arrestarsi in bacini marini.  Il paesaggio è di tipo rurale, con alberature sparse 
lungo le strade, i fossi e le scarpate. Tra gli alberi predominano la Roverella 
e l'Olmo campestre.  La Roverella è una quercia alta 
sino a 25 m, i cui frutti (ghiande), mangiati da mammiferi e uccelli, un tempo 
erano usati per alimentare i maiali e in periodi di carestia per fare il pane. 
 Le siepi sono composte da olmi, 
biancospini, rose canine e prugnoli, mentre nelle zone argillose quasi 
esclusivamente da Tamericio. Nonostante sia grande la loro importanza come 
frangivento, delimitazione di proprietà, cibo e rifugio per la fauna selvatica, 
vanno scomparendo a causa delle trasformazioni agrarie.  I boschi sono poco diffusi e di modeste dimensioni: 
si tratta di querceti meso-xerofili dove si incontrano la Roverella (Quercus 
pubescens), il Carpino nero (Ostrya carpinifolia), l'Orniello (Fraxinus ornus) e 
l'Acero campestre (Acer campestre). Al di sotto e soprattutto al bordo esterno e 
nelle radure, cresce un insieme di cespugli quali il Biancospino (Crategus 
monogyna), il Prugnolo (Prunus spinosa), il Sanguinello (Cornus sanguinea), il 
Ligustro (Ligustrum vulgare) e le rose selvatiche (Rosa canina e R. 
sempervirens).  La casa colonica tipica di questa 
zona è riconducibile al "tipo centro-appenninico", caratterizzato da un edificio 
a pianta rettangolare disposto su due piani, con corpi accessori sui lati più 
corti e la capanna distaccata.  All'interno sono ubicati: al primo piano la stalla, 
la cantina e la cucina, al secondo le camere da letto e a volte anche il 
granaio. I depositi, i magazzini, i ricoveri per gli animali da cortile ed il 
forno trovano posto nei corpi secondari addossati ai lati dell'edificio e in 
capanne distaccate da esso.  All'orizzonte, guardando verso Nord, si intravede la 
Città di Fano e la Valle del Metauro.  Il Fiume Metauro ha una lunghezza 
di circa 110 km e nasce come T. Auro sul Monte Maggiore dell' Alpe della Luna. 
Sfocia nell'Adriatico nei pressi di Fano. Lungo il corso del Metauro e dei suoi 
affluenti cresce il bosco ripariale igrofilo, con pioppete e saliceti. 
 Da Nord ad Est si affaccia dal profilo delle colline 
costiere il Mare Adriatico, ora azzurro ora verdastro a seconda delle condizioni 
del tempo. Verso Est-Sud Est si intravedono le colline in riva destra del 
Cesano, mentre la valle è nascosta.  Verso Ovest-Sud Ovest spiccano i rilievi dei Monti 
del Furlo e della Cesana.  Il Furlo è una gola rupestre di 
natura calcarea che spezza trasversalmente il complesso montuoso del Monte 
Paganuccio (m 976) e del Monte Pietralata (m 889). In questo ambito sono 
presenti, oltre alla Gola dalle pareti strapiombanti, anche boschi, arbusteti, 
pascoli sommitali e l'invaso artificiale del F.Candigliano. Dal 2001 questo 
territorio è compreso nella Riserva Naturale Statale "Gola del Furlo". Di grande 
interesse sono gli aspetti paesaggistici, la flora delle pareti rocciose e varie 
specie di animali rari o poco diffusi quali l'Aquila reale, il Pellegrino, il 
Rondone maggiore, la Rondine montana, il Lupo e il serpente Cervone.  I Monti della Cesana (m 648 s.l.m.) 
sono un rilievo montuoso caratterizzato da vasti rimboschimenti di conifere 
esotiche, su suolo calcareo e marnoso. Per la maggior parte (1485 ettari) è 
compreso nella foresta demaniale regionale omonima. La fauna comprende lo 
Scoiattolo, l'Istrice, il Cinghiale, il Daino e il Capriolo.  Quando la giornata è limpida, si scorge anche il 
Gruppo del Catria. Con i suoi 1701 m il Monte Catria, il 
"gibbo" di dantesca memoria, rappresenta la montagna più alta della Provincia di 
Pesaro e Urbino. Il Catria possiede una grande importanza paesaggistica e 
naturalistica: comprende pareti rocciose dirupate, gole, prati sassosi, pascoli, 
boschi, arbusteti e ruscelli. La struttura è quella di una grande piega 
anticlinale di strati prevalentemente calcarei che include anche i Monti Nerone 
e Petrano. Vistosissime sono le fioriture di Viola di Eugenia, Primula, 
Genziane, Narciso, varie Orchidee e Nontiscordardimè. I boschi al di sopra dei 
900 metri sono delle faggete, mentre al di sotto in prevalenza degli 
orno-ostrieti, caratterizzati cioè dall'Orniello e dal Carpino nero. La fauna 
comprende specie di grande interesse scientifico: da ricordare l'Aquila reale, 
il Pellegrino, la Coturnice e il Fringuello alpino. Per la sua importanza 
naturalistica il M.Catria è stato proposto come parco naturale nel Piano 
Paesistico Ambientale Regionale delle Marche. Per saperne di più: www.lavalledelmetauro.it |