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 Sant'Ippolito

 

Il paese di Sant'Ippolito (m 246 s.l.m.) è ubicato su una collina in riva destra del Metauro, allo spartiacque tra gli affluenti Torrente Tarugo e Rio di Sant'Ippolito. I terreni sono costituiti nella zona collinare da argille marnose, marne e dalle rocce della Formazione Gessoso solfifera, mentre lungo il Tarugo e nella piana del Metauro compaiono alluvioni ghiaiose e sabbiose, anche terrazzate.


 

Nel territorio comunale sono comprese le frazioni di Sorbolongo e Reforzate. Questi due piccoli centri conservano ancora le tracce dell'impianto tipico dei castelli fortificati. L'altra frazione del comune, Pian di Rose, è di sviluppo recente, con fabbriche e nuovi insediamenti abitativi.

Il paesaggio è di tipo rurale: sono presenti siepi e alberature sparse lungo le strade, i fossi e le scarpate.

Le siepi sono composte da querce, olmi campestri, biancospini, rose canine e prugnoli. Nonostante sia grande la loro importanza come frangivento, delimitazione di proprietà, cibo e rifugio per la fauna selvatica, vanno progressivamente scomparendo a causa delle trasformazioni agrarie. Tipica di questo territorio collinare è la presenza di olmi e roverelle secolari.

L'Olmo campestre (Ulmus minor) è un albero comune nelle campagne, con frutti leggeri e membranosi, che si formano e cadono ancor prima dello spuntare delle foglie. Il suo fogliame veniva usato un tempo come foraggio.

La Roverella è una quercia alta sino a 25 m, con frutti (ghiande) mangiati da mammiferi e uccelli, un tempo usati per alimentare i maiali e in periodi di carestia per fare il pane.

All'orizzonte, verso Nord, si scorge la vallata del Metauro, con al suo termine la città di Fano e l'azzurro dell'Adriatico. Nella valle sono disseminati i centri abitati di Calcinelli, Tavernelle, Sterpeti e più vicino a noi di Pian di Rose e Ponte degli Alberi. Al di là sorgono le colline che da Fontecorniale, con altezze via via minori, si arrestano a Monte Giove nei pressi di Fano.

Nei pressi di Sant'Ippolito le fasce di verde del Tarugo e del Metauro evidenziano il punto in cui i due corsi d'acqua confluiscono.

Il Fiume Metauro ha una lunghezza di circa 110 km e nasce come T. Auro sul Monte Maggiore dell' Alpe della Luna. Gli affluenti principali sono il T. Meta, il F. Candigliano (coi subaffluenti T. Burano, T. Bosso e T. Biscubio), il T. Tarugo, il Rio Puto ed il Rio Maggiore. Possiede un regime torrentizio, con portate relativamente alte da novembre a marzo e basse da luglio a settembre. Sfocia nell'Adriatico nei pressi di Fano. Lungo il corso del Metauro e del Tarugo cresce il bosco ripariale igrofilo, con pioppete e saliceti.

L'orizzonte rivolto alla zona appenninica presenta verso Ovest il Monte Raggio (m 491) che sovrasta Fossombrone e dietro di esso il Monte Paganuccio, con nascosta la Gola del Furlo.

Il Furlo è una gola rupestre di natura calcarea che spezza trasversalmente il complesso montuoso del Monte Paganuccio (m 976) e del Monte Pietralata (m 889) appartenente ai Comuni di Fossombrone, Fermignano, Acqualagna e Cagli. In questo ambito sono presenti, oltre alla Gola dalle pareti strapiombanti, anche boschi, arbusteti, pascoli sommitali e l'invaso artificiale del Fiume Candigliano. Dal 2001 questo territorio è compreso nella Riserva Naturale Statale "Gola del Furlo". Di grande interesse sono gli aspetti paesaggistici, la flora delle pareti rocciose e varie specie di animali rari o poco diffusi quali l'Aquila reale, il Pellegrino, il Rondone maggiore, la Rondine montana, il Lupo e il serpente Cervone. A destra del Monte Raggio è visibile parte dell'abitato di Fossombrone sovrastato dalle Cesane.

I Monti della Cesana (m 648 s.l.m.) sono un rilievo montuoso appartenente ai Comuni di Fossombrone, Isola del Piano e Urbino. E' caratterizzato da vasti rimboschimenti di conifere esotiche, su suolo calcareo e marnoso. Per la maggior parte (1485 ettari) è compreso nella foresta demaniale regionale omonima. La vegetazione spontanea è formata da querceti di Roverella, orno-ostrieti, arbusteti; radure e incolti erbosi. Nella zona si trovano due aree floristiche, istituite in base alla Legge Reg. Marche 52/1974, per proteggere piante rare quali Lembotropis nigricans, Monotropa hypopithys, Campanula medium, Campanula bononiensis, Epipactis muelleri. La fauna comprende lo Scoiattolo, l'Istrice, la Faina, il Cinghiale, il Daino e il Capriolo.

Verso Sud-Ovest è ben visibile, nelle giornate limpide, il Gruppo montuoso del Catria.

Con i suoi 1701 m il Monte Catria, il "gibbo" di dantesca memoria, rappresenta la montagna più alta della Provincia di Pesaro e Urbino. Il Gruppo del M.Catria comprende altre due cime minori: il M. Acuto (m 1668) e il M. Tenetra (m 1240). Il suo territorio è compreso nei Comuni di Cagli, Frontone, Cantiano e Serra S.Abbondio. Il Catria possiede una grande importanza paesaggistica e naturalistica: comprende pareti rocciose dirupate, gole, prati sassosi, pascoli, boschi, arbusteti e ruscelli. La struttura è quella di una grande piega anticlinale di strati prevalentemente calcarei che include anche i monti Nerone e Petrano, posti più a N.O. Di grande interesse sono le specie vegetali che crescono negli ambienti rocciosi, nei macereti e nei prati sassosi, per le quali sono state istituite ben sette aree di tutela floristica regionale. Vistosissime sono le fioriture di Viola di Eugenia, Primula, Genziane, Narciso,varie Orchidee e Nontiscordardimè. I boschi al di sopra dei 900 metri sono delle faggete, mentre al di sotto in prevalenza degli orno-ostrieti, caratterizzati cioè dall'Orniello e dal Carpino nero, accompagnati da altre caducifoglie come Aceri e Roverella. La fauna comprende specie di grande interesse scientifico: da ricordare l'Aquila reale, il Pellegrino, la Coturnice e il Fringuello alpino. Per la sua importanza naturalistica il M.Catria è stato proposto come parco naturale nel Piano Paesistico Ambientale Regionale delle Marche.

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