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 Monte Porzio

 

Il paese di Monteporzio (m 110 s.l.m.) è ubicato sulla riva destra del Fiume Cesano, a circa 12 km dal mare. Il suolo è prevalentemente argilloso, mentre nella pianura del Cesano si trovano delle alluvioni ghiaiose ed argillose.


 

Il Fiume Cesano segna per lunga parte il confine tra la Provincia di Pesaro e Urbino e quella di Ancona. Nasce dal Monte Catria ed ha come affluenti principali il Cinisco, che ha origine anch'esso dal Gruppo del Catria, e il Torrente Nevola. Sfocia in Adriatico nei pressi di Marotta. Lungo di esso sono ubicati nel medio e basso corso, oltre a Monte Porzio, anche San Filippo sul Cesano, San Michele al Fiume, S.Lorenzo in Campo e Pergola. Sulle rive cresce un bosco ripariale igrofilo, con pioppete e saliceti. Le alberature igrofile si fanno più rade lungo i fossi, evidenziati da sottili fasce verdi.

Nelle sponde del Cesano, a seguito di fenomeni erosivi, sono venuti alla luce tronchi fossili di notevole interesse scientifico, in quanto testimonianza di un passato con paesaggio ben differente dall'attuale. Per valorizzare ed illustrare questa scoperta, è stato creato un apposito percorso a disposizione dei visitatori.

Il paesaggio è di tipo rurale, con case coloniche, laghetti per irrigazione ed alberature sparse lungo le strade, i fossi e le scarpate. Sono presenti coltivazioni di cereali, uliveti e vigneti. In questo territorio collinare è comune la presenza di olmi, roverelle e gelsi.

L'Olmo campestre (Ulmus minor) è un albero comune nelle campagne circostanti. Tipici i suoi frutti leggeri e membranosi, che si formano e cadono ancor prima dello spuntare delle foglie. Il suo fogliame veniva usato un tempo come foraggio.

La Roverella è una quercia alta sino a 25 m, con frutti (ghiande) mangiati da mammiferi e uccelli, un tempo usati per alimentare i maiali e in periodi di carestia per fare il pane.

Le siepi sono abbastanza diffuse lungo le strade campestri. Le più antiche e fitte sono composte da olmi, querce, robinie, biancospini, rose canine, sanguinelli, paliuri e prugnoli. in alcune è prevalente il Tamerice, arbusto che si trova bene in terreni argillosi e zone esposte alla salsedine. Nonostante sia grande la loro importanza come frangivento, delimitazione di proprietà, cibo e rifugio per la fauna selvatica, vanno progressivamente scomparendo a causa delle trasformazioni agrarie.

All'orizzonte, guardando verso Ovest, si intravedono i Monti del Furlo. Il Furlo è una gola rupestre di natura calcarea che spezza trasversalmente il complesso montuoso del M. Paganuccio (m 976) e del M. Pietralata (m 889) appartenente ai Comuni di Fossombrone, Fermignano, Acqualagna e Cagli. In questo ambito sono presenti, oltre alla Gola, boschi, arbusteti, pascoli sommitali e l'invaso artificiale del F.Candigliano. Dal 2001 questo territorio è compreso nella Riserva Naturale Statale "Gola del Furlo". Di grande interesse sono gli aspetti paesaggistici, la flora delle pareti rocciose e varie specie di animali rari o poco diffusi quali l'Aquila reale, il Pellegrino, il Rondone maggiore, la Rondine montana, il Lupo e il serpente Cervone.

È visibile anche il rilievo dei Monti della Cesana (m 648 s.l.m.) Le Cesane sono caratterizzate da vasti rimboschimenti di conifere esotiche, su suolo calcareo e marnoso. Per la maggior parte (1485 ettari) sono compresi nella foresta demaniale regionale omonima. La vegetazione spontanea è formata da querceti di Roverella, orno-ostrieti, arbusteti; radure e incolti erbosi. Nella zona si trovano due aree floristiche, istituite in base alla Legge Reg. Marche n.52 del 1974, per proteggere piante rare quali Lembotropis nigricans, Monotropa hypopithys, Campanula medium, Campanula bononiensis, Epipactis muelleri. La fauna comprende lo Scoiattolo, l'Istrice, la Faina, il Cinghiale, il Daino e il Capriolo.

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