Il paese di Piagge (m 201 s.l.m.) è
situato sulle colline in riva destra del Metauro a circa 12 km dal mare. Il
suolo qui è di tipo arenaceo e argilloso, mentre nella pianura del Metauro
presenta sedimenti alluvionali ghiaiosi e sabbiosi.
Il suo territorio comprende una piccola parte di
valle del Metauro nei pressi del canale Albani, dove si trova la piccola
frazione di Cerbara, sviluppatasi attorno al vecchio mulino dei
Principi Albani, ora convertito in centrale di produzione elettrica.
Si hanno testimonianze di un castrum (casello) detto
Lubacarie entro il territorio comunale, dove attualmente è rilevabile, poco a
sud del capoluogo, il toponimo "Lubacaro". Nel 1156 il "castrum Lubacarie cum
curte sua" apparteneva all'abbazia di S. Paterniano di Fano e nel 1283 il
castello era soggetto al comune di Fano. Il sito di Lubacaria verrà
progressivamente abbandonato nel corso del sec. XIV a vantaggio del nuovo
castello di Piagge.
Il paesaggio collinare circostante è di tipo rurale,
con alberature sparse lungo le strade, i fossi e le scarpate, soprattutto querce
ed olmi.
La Roverella è la quercia tipica
della campagna della Provincia di Pesaro e Urbino. Alta sino a 25 m, porta
frutti (ghiande) mangiati da mammiferi e uccelli, un tempo usati per alimentare
i maiali e in periodi di carestia per fare il pane. E' una specie protetta dalla
Legge Reg. Marche 8/87.
L'Olmo campestre
(Ulmus minor) è un albero comune nelle campagne. Tipici i suoi frutti leggeri e
membranosi, che si formano e cadono ancor prima dello spuntare delle foglie. Il
suo fogliame veniva usato un tempo come foraggio.
Le siepi sono abbastanza diffuse
lungo le strade campestri. Le più antiche e fitte sono composte da olmi
campestri, querce, robinie, biancospini, rose canine, sanguinelli, paliuri e
prugnoli. In alcune è prevalente il Tamerice, arbusto che si trova bene in
terreni argillosi e zone esposte alla salsedine. Nonostante sia grande la loro
importanza come frangivento, delimitazione di proprietà, cibo e rifugio per la
fauna selvatica, vanno progressivamente scomparendo a causa delle trasformazioni
agrarie.
All'orizzonte, verso Sud-Ovest, sono visibili il
Monte Paganuccio (m 976), che assieme al Monte Pietralata rinserra la Gola del
Furlo, e il Monte Raggio (m 491) che sovrasta Fossombrone.
Il Furlo è una gola rupestre di
natura calcarea che spezza trasversalmente il complesso montuoso del Monte
Paganuccio (m 976) e del Monte Pietralata (m 889) appartenente ai Comuni di
Fossombrone, Fermignano, Acqualagna e Cagli. In questo ambito sono presenti,
oltre alla Gola dalle pareti strapiombanti, anche boschi, arbusteti, pascoli
sommitali e l'invaso artificiale del Fiume Candigliano. Dal 2001 questo
territorio è compreso nella Riserva Naturale Statale "Gola del Furlo". Di grande
interesse sono gli aspetti paesaggistici, la flora delle pareti rocciose e varie
specie di animali rari o poco diffusi quali l'Aquila reale, il Pellegrino, il
Rondone maggiore, la Rondine montana, il Lupo e il serpente Cervone.
Ancor più lontano si intravede il Gruppo del
Monte Catria. Con i suoi 1701 m il Monte Catria, il "gibbo" di
dantesca memoria, rappresenta la montagna più alta della Provincia di Pesaro e
Urbino. Il Gruppo del Catria comprende altre due cime minori: il Monte Acuto (m
1668) e il Tenetra (m 1240). Il suo territorio è compreso nei Comuni di Cagli,
Frontone, Cantiano e Serra S.Abbondio. Il Catria possiede una grande importanza
paesaggistica e naturalistica: comprende pareti rocciose dirupate, gole, prati
sassosi, pascoli, boschi, arbusteti e ruscelli. La struttura è quella di una
grande piega anticlinale di strati prevalentemente calcarei che include anche i
Monti Nerone e Petrano, posti più a Nord-Ovest. Di grande interesse sono le
specie vegetali che crescono negli ambienti rocciosi e nei prati sassosi, per le
quali sono state istituite ben sette aree di tutela floristica regionale.
Vistosissime sono le fioriture di Viola di Eugenia, Primula, Genziane, Narciso,
varie Orchidee e Nontiscordardimè. I boschi al di sopra dei 900 metri sono delle
faggete, mentre al di sotto in prevalenza degli orno-ostrieti, caratterizzati
cioè dall'Orniello e dal Carpino nero, accompagnati da altre caducifoglie come
Aceri e Roverella. La lecceta è presente in alcuni punti del Gruppo del Catria.
La fauna comprende specie di grande interesse scientifico: da ricordare l'Aquila
reale, il Pellegrino, la Coturnice e il Fringuello alpino. Per la sua importanza
naturalistica il Monte Catria è stato proposto come parco naturale nel Piano
Paesistico Ambientale Regionale delle Marche.
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