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 Mondolfo

 

Il paese di Mondolfo (m 144 s.l.m.) si trova sulle colline tra le valli del Metauro e del Cesano, a 4 km dal mare. Il suolo è di tipo arenaceo e argilloso nella zona collinare, con alluvioni sabbiose e ghiaiose nella fascia costiera, dove si trova la popolosa frazione di Marotta, e nella pianura del Cesano.



Il Fiume Cesano segna per lunga parte il confine tra la Provincia di Pesaro e Urbino e quella di Ancona. Nasce dal Monte Catria ed ha come affluenti principali il Cinisco, che ha origine anch'esso dal Gruppo del Catria, e il Torrente Nevola. Sfocia in Adriatico nei pressi di Marotta.


 

Lungo di esso sono ubicati nel medio e basso corso i nuclei abitati di Monte Porzio, San Filippo sul Cesano, San Michele al Fiume, S.Lorenzo in Campo e Pergola. Lungo il suo corso cresce un bosco ripariale igrofilo, con pioppete e saliceti.

Il paesaggio è di tipo rurale, con siepi lungo le strade campestri. Le siepi più antiche e fitte sono composte da querce, olmi campestri, biancospini, rose canine e prugnoli. In prossimità del mare quasi esclusivamente da Tamerici, in quanto resistenti alla salsedine. Nonostante sia grande la loro importanza come frangivento, delimitazione di proprietà, cibo e rifugio per la fauna selvatica, vanno progressivamente scomparendo a causa delle trasformazioni agrarie.

Alberature sono presenti lungo le strade, i fossi e le scarpate, composte soprattutto da querce ed olmi.

La Roverella è la quercia tipica della campagna: grandi esemplari si trovano ancora sparsi nel territorio. Alta sino a 25 m, presenta foglie pelose inferiormente e frutti (ghiande) un tempo usati per alimentare i maiali e in periodi di carestia per fare il pane.

L' Olmo campestre (Ulmus minor) è presente sia allo stato arboreo che arbustivo nelle siepi. Tipici i suoi frutti leggeri e membranosi, che si formano e cadono ancor prima dello spuntare delle foglie. Il suo fogliame veniva usato un tempo come foraggio.

La tipologia edilizia rurale della zona collinare è riconducibile al "tipo centro-appenninico", caratterizzato da un edificio a pianta rettangolare disposto su due piani, con corpi accessori sui lati più corti e la capanna distaccata. All'interno sono ubicati al primo piano la stalla, la cantina e la cucina, al secondo le camere da letto e a volte anche il granaio. la scala è per lo più interna e spesso coincide con l'asse di simmetria degli ambienti. I depositi, i magazzini, i ricoveri per gli animali da cortile ed il forno trovano posto nei corpi secondari addossati ai lati dell'edificio e in capanne distaccate da esso.

Il panorama verso Ovest e Sud-Ovest permette di scorgere, oltre alla zona collinare del basso e medio subappennino, anche i monti che rinserrano la Gola del Furlo. Questa è una gola rupestre di natura calcarea che spezza trasversalmente il complesso montuoso del Monte Paganuccio (m 976) e del Monte Pietralata (m 889) appartenente ai Comuni di Fossombrone, Fermignano, Acqualagna e Cagli. In questo ambito sono presenti, oltre alla Gola dalle pareti strapiombanti, anche boschi, arbusteti, pascoli sommitali e l'invaso artificiale del Fiume Candigliano. Dal 2001 questo territorio è compreso nella Riserva Naturale Statale "Gola del Furlo". Di grande interesse sono gli aspetti paesaggistici, la flora delle pareti rocciose e varie specie di animali rari o poco diffusi quali l'Aquila reale, il Pellegrino, il Rondone maggiore, la Rondine montana, il Lupo e il serpente Cervone.

Ancora più lontani, se la giornata è limpida, spiccano i Monti del Gruppo del Catria.

Con i suoi 1701 m il Monte Catria, il "gibbo" di dantesca memoria, rappresenta la montagna più alta della Provincia di Pesaro e Urbino. Il Gruppo del Catria comprende altre due cime minori: il Monte Acuto (m 1668) e il Tenetra (m 1240). Il suo territorio è compreso nei Comuni di Cagli, Frontone, Cantiano e Serra S.Abbondio. Il Catria possiede una grande importanza paesaggistica e naturalistica: comprende pareti rocciose dirupate, gole, prati sassosi, pascoli, boschi, arbusteti e ruscelli. La struttura è quella di una grande piega anticlinale di strati prevalentemente calcarei che include anche i Monti Nerone e Petrano, posti più a Nord-Ovest. Di grande interesse sono le specie vegetali che crescono negli ambienti rocciosi e nei prati sassosi, per le quali sono state istituite ben sette aree di tutela floristica regionale. Vistosissime sono le fioriture di Viola di Eugenia, Primula, Genziane, Narciso, varie Orchidee e Nontiscordardimè. I boschi al di sopra dei 900 metri sono delle faggete, mentre al di sotto in prevalenza degli orno-ostrieti, caratterizzati cioè dall'Orniello e dal Carpino nero, accompagnati da altre caducifoglie come Aceri e Roverella. La lecceta è presente in alcuni punti del Gruppo del Catria. La fauna comprende specie di grande interesse scientifico: da ricordare l'Aquila reale, il Pellegrino, la Coturnice e il Fringuello alpino. Una colonia di Gracchi corallini, nidificante in anfratti rocciosi di una parete a strapiombo, è la più settentrionale dell'Appennino. Per la sua importanza naturalistica il Monte Catria è stato proposto come parco naturale nel Piano Paesistico Ambientale Regionale delle Marche.

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