Il paese di Montemaggiore al
Metauro (m 197 s.l.m.) è situato sulle colline in riva destra del
Metauro a circa 13 km dal mare. Il suolo qui è di tipo arenaceo e argilloso,
mentre nella pianura del Metauro sono presenti sedimenti alluvionali ghiaiosi e
sabbiosi.
Nei pressi del paese si trovano nella pianura gli
abitati di Villanova, S.Liberio e Fiordipiano.
Il paesaggio collinare circostante è di tipo rurale,
con alberature sparse lungo le strade, i fossi e le scarpate. Grandi esemplari
della quercia Roverella crescono ancora un pò dovunque nel
territorio. Alta sino a 25 m, presenta frutti (ghiande) mangiati da mammiferi e
uccelli, un tempo usati per alimentare i maiali e in periodi di carestia per
fare il pane.
La pianura del Metauro, prevalentemente coltivata
sino agli anni '60, è attualmente occupata in misura crescente da insediamenti
edilizi e zone industriali.
Il Fiume Metauro ha una lunghezza
di circa 110 km e nasce come T. Auro sul Monte Maggiore dell'Alpe della Luna.
Gli affluenti principali sono il T. Meta, il F. Candigliano (coi subaffluenti T.
Burano, T. Bosso e T. Biscubio), il T. Tarugo, il Rio Puto ed il Rio Maggiore.
Possiede un regime torrentizio, con portate relativamente alte da novembre a
marzo e basse da luglio a settembre. Sfocia nell'Adriatico nei pressi di Fano.
Lungo il corso del Metauro e dei suoi affluenti cresce il bosco ripariale
igrofilo, con pioppete e saliceti.
La casa colonica tipica di questa
zona collinare e di pianura è riconducibile al "tipo centro-appenninico",
caratterizzato da un edificio a pianta rettangolare disposto su due piani, con
corpi accessori sui lati più corti e la capanna distaccata. All'interno sono
ubicati: al primo piano la stalla, la cantina e la cucina, al secondo le camere
da letto e a volte anche il granaio. la scala è per lo più interna e spesso
coincide con l'asse di simmetria degli ambienti. I depositi, i magazzini, i
ricoveri per gli animali da cortile ed il forno trovano posto nei corpi
secondari addossati ai lati dell'edificio e in capanne distaccate da esso.
Guardando il panorama nel settore da Nord a Ovest,
si può vedere una buona parte della bassa valle del Metauro, con Calcinelli, e
la zona collinare situata in riva sinistra, con i paesi di Saltara e
Serrungarina, culminante nei rilievi del Monte della Mattera (m 479) e del Beato
Sante.
Il Beato Sante è situato presso il
paese di Mombaroccio: si tratta di un antico convento del circondato da un
bosco, sulla cima di una collina a 393 m di quota. Il bosco è un querceto di
Roverella della superficie di circa 6 ettari, interessante perchè rappresenta un
lembo superstite di quelle che un tempo erano le vaste foreste che ricoprivano
le colline sulla riva sinistra del Metauro. Nel sottobosco cresce copioso il
Pungitopo. Fin dall'epoca romana, prima della diffusione del Cristianesimo, il
bosco e l'intero colle erano considerati luoghi sacri dalle genti del posto. La
chiesa ed il convento del Beato Sante sono il risultato di interventi effettuati
in vari periodi: della originaria chiesa detta di Santa Maria di Scotaneto,
consacrata nel 1351, resta attualmente il portale principale. Venti anni dopo la
sua consacrazione giunse al convento Giovan Sante Brancorsini (il Beato Sante),
le cui virtù e i numerosi miracoli accrebbero l'affetto e la venerazione per
essa delle popolazioni vicine. Sulle lunette a destra e a sinistra del portale
del 300 vi sono due tempere ottocentesche che ci raccontano due miracoli
attribuiti al Beato Sante quando era ancora in vita: il lupo ammansito ed il
toro domato.
Più lontano, verso Ovest, si intravede il rilievo
dei Monti della Cesana (m 648 s.l.m.), appartenente ai Comuni
di Fossombrone, Isola del Piano e Urbino e caratterizzato da vasti
rimboschimenti di conifere esotiche, su suolo calcareo e marnoso. Per la maggior
parte (1485 ettari) Le Cesane sono comprese nella foresta demaniale regionale
omonima. La vegetazione spontanea è formata da querceti di Roverella,
orno-ostrieti, arbusteti, radure e incolti erbosi. Nella zona si trovano due
aree floristiche, istituite in base alla Legge Reg. Marche 52/1974, per
proteggere piante rare quali Lembotropis nigricans, Monotropa hypopithys,
Campanula medium, Campanula bononiensis, Epipactis muelleri. La fauna comprende
lo Scoiattolo, l'Istrice, la Faina, il Cinghiale, il Daino e il Capriolo.
È visibile anche la Gola del Furlo,
che spezza trasversalmente il complesso montuoso di natura calcarea del Monte
Paganuccio (m 976) e del Monte Pietralata (m 889) appartenente ai Comuni di
Fossombrone, Fermignano, Acqualagna e Cagli. In questo ambito sono presenti,
oltre alla Gola dalle pareti strapiombanti, anche boschi, arbusteti, pascoli
sommitali e l'invaso artificiale del Fiume Candigliano. Dal 2001 questo
territorio è compreso nella Riserva Naturale Statale "Gola del Furlo". Di grande
interesse sono gli aspetti paesaggistici, la flora delle pareti rocciose e varie
specie di animali rari o poco diffusi quali l'Aquila reale, il Pellegrino, il
Rondone maggiore, la Rondine montana, il Lupo e il serpente Cervone.
Per saperne di più: www.lavalledelmetauro.it
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