Il paese di Orciano (m 264 s.l.m.)
è ubicato nella zona di colline dai 200 ai 300 m allo spartiacque tra le valli
del Metauro e del Cesano, con suolo argilloso e arenaceo. Nei pressi di
Montebello affiorano le rocce della Formazione Gessoso solfifera.
Il territorio di Orciano comprende altri tre nuclei
abitati: Montebello, Rupoli e Schieppe. Grazie alla posizione pianeggiante e
alla vicinanza dello svincolo della superstrada Fano-Grosseto, Schieppe è stato
scelto come luogo di insediamento di una zona industriale.
L'antico borgo di Montebello è
ancora cinto dalle mura medioevali e al suo interno si snodano con un andamento
quasi circolare casette rinascimentali e il Palazzo Ducale.
Il paesaggio è di tipo rurale, con alberature sparse
lungo le strade, i fossi e le scarpate. Le specie arboree più diffuse sono le
querce e gli olmi.
La Roverella è una quercia alta
sino a 25 m, i cui frutti (ghiande), mangiati da mammiferi e uccelli, un tempo
erano usati per alimentare i maiali e in periodi di carestia per fare il pane.
L'Olmo campestre (Ulmus minor) è un
albero comune nelle campagne. Tipici i suoi frutti leggeri e membranosi , che si
formano e cadono ancor prima dello spuntare delle foglie. Il suo fogliame veniva
usato un tempo come foraggio.
Dal punto dove ci troviamo la valle del Metauro, di
fronte a noi, è nascosta dalle alture più vicine.
Il Fiume Metauro ha una lunghezza
di circa 110 km e nasce come T. Auro sul Monte Maggiore dell'Alpe della Luna.
Gli affluenti principali sono il T. Meta, il F. Candigliano (coi subaffluenti T.
Burano, T. Bosso e T. Biscubio), il T. Tarugo, il Rio Puto ed il Rio Maggiore.
Possiede un regime torrentizio, con portate relativamente alte da novembre a
marzo e basse da luglio a settembre. Sfocia nell'Adriatico nei pressi di Fano.
Lungo il corso del Metauro e dei suoi affluenti cresce il bosco ripariale
igrofilo, con pioppete e saliceti.
All'orizzonte, verso Ovest, sono visibili i
Monti del Furlo, che assieme alla Gola sono compresi nella
Riserva Naturale Statale "Gola del Furlo". Il Furlo è una gola rupestre di
natura calcarea che spezza trasversalmente il complesso montuoso del M.
Paganuccio (m 976) e del M. Pietralata (m 889) appartenente ai Comuni di
Fossombrone, Fermignano, Acqualagna e Cagli. In questo ambito sono presenti,
oltre alla Gola, boschi, arbusteti, pascoli sommitali e l'invaso artificiale del
F.Candigliano. Dal 2001questo territorio è compreso nella. Di grande interesse
sono gli aspetti paesaggistici, la flora delle pareti rocciose e varie specie di
animali rari o poco diffusi quali l'Aquila reale, il Pellegrino, il Rondone
maggiore, la Rondine montana, il Lupo e il serpente Cervone.
Più vicino, presso Fossombrone, si nota il rilievo
dei Monti della Cesana (m 648 s.l.m.), caratterizzato da vasti
rimboschimenti di conifere esotiche, su suolo calcareo e marnoso. Per la maggior
parte (1485 ettari) è compreso nella foresta demaniale regionale omonima. La
vegetazione spontanea è formata da querceti di Roverella, orno-ostrieti,
arbusteti; radure e incolti erbosi. Nella zona si trovano due aree floristiche,
istituite in base alla Legge Reg. Marche n.52 del 1974, per proteggere piante
rare quali Lembotropis nigricans, Monotropa hypopithys, Campanula medium,
Campanula bononiensis, Epipactis muelleri. La fauna comprende lo Scoiattolo,
l'Istrice, la Faina, il Cinghiale, il Daino e il Capriolo.
Con altezza più modesta, si intravedono anche i
rilievi tra Fontecorniale e Mombaroccio, con il bosco del Beato Sante che
circonda il convento omonimo.
Il Beato Sante è un antico convento
sulla cima di una collina a 393 m di quota. Il bosco che lo circonda è un
querceto di Roverella della superficie di circa 6 ettari, interessante perchè
rappresenta un lembo superstite di quelle che un tempo erano le vaste foreste
che ricoprivano le colline sulla riva sinistra del Metauro. Nel sottobosco
cresce copioso il Pungitopo (Ruscus aculeatus). Fin dall'epoca romana, prima
della diffusione del Cristianesimo, il bosco e l'intero colle erano considerati
luoghi sacri dalle genti del posto. La chiesa ed il convento del Beato Sante
sono il risultato di interventi effettuati in vari periodi: della originaria
chiesa detta di Santa Maria di Scotaneto, consacrata nel 1351, resta attualmente
il portale principale.
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