Il paese di Serra S. Abbondio (m
523 s.l.m.) sorge ai piedi del Gruppo del Monte Catria, affacciato sul Fiume
Cesano.
Con i suoi 1701 m il "gibbo" di dantesca memoria
rappresenta la montagna più alta della Provincia di Pesaro e Urbino. Il
Gruppo del Catria comprende altre due cime minori: il Monte
Acuto (m 1668) e il Tenetra (m 1240). Il suo territorio è compreso nei Comuni di
Cagli, Frontone, Cantiano e Serra S.Abbondio. Il Catria possiede una grande
importanza paesaggistica e naturalistica: comprende pareti rocciose dirupate,
gole, prati sassosi, pascoli, boschi, arbusteti e ruscelli. La struttura è
quella di una grande piega anticlinale di strati prevalentemente calcarei che
include anche i Monti Nerone e Petrano, posti più a Nord-Ovest. Di grande
interesse sono le specie vegetali che crescono negli ambienti rocciosi e nei
prati sassosi, per le quali sono state istituite ben sette aree di tutela
floristica regionale. Vistosissime sono le fioriture di Viola di Eugenia,
Primula, Genziane, Narciso, varie Orchidee e Nontiscordardimè. I boschi al di
sopra dei 900 metri sono delle faggete, mentre al di sotto in prevalenza degli
orno-ostrieti, caratterizzati cioè dall'Orniello e dal Carpino nero,
accompagnati da altre caducifoglie come Aceri e Roverella. La lecceta è presente
in alcuni punti del Gruppo del Catria. La fauna comprende specie di grande
interesse scientifico: da ricordare l'Aquila reale, il Pellegrino, la Coturnice
e il Fringuello alpino. Una colonia di Gracchi corallini, nidificante in
anfratti rocciosi di una parete a strapiombo, è la più settentrionale
dell'Appennino. Per la sua importanza naturalistica il Monte Catria è stato
proposto come parco naturale nel Piano Paesistico Ambientale Regionale delle
Marche.
Serra S.Abbondio è sovrastata dal rilievo del Monte
Tordo - La Crocetta (m 833 s.l.m.).
Il suolo del territorio comunale è di natura
soprattutto calcarea e marnosa, con detriti di falda e depositi alluvionali nel
fondovalle.
I boschi prevalgono sulle pendici
del Catria, mentre verso Nord-Est, dove l'altitudine è minore, il territorio è
in gran parte coltivato. Nel territorio del Comune si trovano l'eremo
camaldolese di S.Croce di Fonte Avellana, uno dei più
importanti d'Italia, e le frazioni di Montevecchio, Leccia e Poggetto, queste
ultime due lungo la valle del Cesano.
Guardando da Nord-Est a Sud-Est, ci appare la valle
del Cesano, con il fiume segnato dalla fascia del bosco ripariale, formato da
alberi amanti del suolo umido, principalmente pioppi e salici. Nella valle e
sulle colline vicine si vedono campi coltivati, alberature isolate e lungo le
strade campestri, macchie e lembi di bosco.
Il Fiume Cesano segna per lunga
parte il confine tra la Provincia di Pesaro e Urbino e quella di Ancona. Nasce
dal Monte Catria ed ha come affluenti principali il Cinisco, che ha origine
anch'esso dal Gruppo del Catria, e il Torrente Nevola. Sfocia in Adriatico nei
pressi di Marotta.
I boschi presenti a queste quote
(350-500 m) sono dei querceti da mesofili a meso-xerofili, dove si incontrano
alberi come la Roverella (Quercus pubescens), il Carpino nero (Ostrya
carpinifolia), l'Orniello (Fraxinus ornus), il Sorbo comune (Sorbus domestica) e
l'Acero campestre (Acer campestre), che formano con le loro chiome la copertura
del bosco. Al di sotto e soprattutto al bordo esterno e nelle radure, cresce un
insieme di cespugli, quali il Nocciolo (Corylus avellana), il Ligustro
(Ligustrum vulgare), la Berretta da prete (Euonymus europaeus), il Biancospino
(Crataegus monogyna), il Sanguinello (Cornus sanguinea), il Prugnolo (Prunus
spinosa) e la Rosa canina (Rosa canina). Le piante del sottobosco crescono ora
fitte ora rade a seconda della luce tra il soffice e spesso strato di foglie
cadute: tra le tante il Pungitopo (Ruscus aculeatus), la Primula (Primula
acaulis), le Violette (Viola sp. pl.), i Ciclamini (Cyclamen hederifolium,
C.repandum) e la Fragola (Fragaria vesca).
L' albero più comune è la
Roverella, la quercia tipica della campagna della Provincia di
Pesaro e Urbino: Alta sino a 25 m, porta frutti (ghiande), mangiati da mammiferi
e uccelli, un tempo usati per alimentare i maiali e in periodi di carestia per
fare il pane. E' una specie protetta dalla Legge Reg. Marche 8/87.
Verso Nord-Est si intravede in lontananza la
strettoia della Gola della Madonna del Sasso, scavata dal
Cesano nelle formazioni calcaree del M. Romano (m 600) a sinistra e del Monte
Rotondo sulla destra. La Gola presenta pareti rocciose, pendici detritiche,
lembi di bosco e arbusteti. Piuttosto diffuso è il Leccio, assieme ad altri
arbusti di luoghi aridi quali l'Acero minore, il Terebinto e la Fillirea. Di
particolare interesse è la presenza di specie rare quali la Leopoldia
tenuiflora, per cui vi è stata istituita un'area di tutela floristica. Sulle
pendici del M. Romano sorge la chiesetta della Madonna del Sasso.
Più verso Est spicca all'orizzonte il Monte Rotondo
(m 800), situato in Provincia di Ancona.
Guardando verso Sud-Ovest il panorama è
completamente diverso, per l'incombere delle montagne al confine tra le Marche
(Provincia di Pesaro e Urbino e di Ancona) e l'Umbria. La valle del Cesano si fa
più stretta, le pendici sono coperte di boschi e di radure erbose, la presenza
umana è rara o assente. La strada visibile in basso conduce al Monastero di
Fonte Avellana e alle sorgenti del fiume, situate alle pendici del Monte Catria
in corrispondenza della Balza dell'Aquila.
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