Pergola (m 240 s.l.m.) è situata nella valle
del Cesano, alla confluenza con il Torrente Cinisco.
Il territorio comunale si estende nel bacino del Cesano e
in piccola parte nel vicino bacino del Metauro (T.Tarugo); vi sono presenti
i nuclei abitati di Montesecco, Montevecchio, Montaiate, Fenigli,
Pantana, Monterolo, Bellisio Solfare e Cartoceto di Pergola, luogo del ritrovamento dei
famosi bronzi dorati. La morfologia è di tipo
alto-collinare, con rilievi sino a circa 650 m nella zona più interna al confine
con il Comune di Frontone. A Bellisio Solfare era attiva una miniera di zolfo.
Le rocce calcaree vengono allo scoperto nella Gola della Madonna del Sasso, di
particolare pregio paesaggistico e protetta come area floristica. Il Fiume Cesano
segna per lunga parte il confine tra la Provincia di Pesaro e Urbino e quella di Ancona. Nasce
dal Monte Catria ed ha come affluenti principali il Cinisco, che ha origine
anch'esso dal Gruppo del Catria, e il Torrente
Nevola. Sfocia in Adriatico nei pressi di Marotta. Nella valle sono presenti
alluvioni ghiaiose e sabbiose. Il paesaggio delle colline è in
parte di tipo rurale, con alberature sparse o distribuite lungo le strade
campestri, i fossi e le scarpate, in parte boschivo nelle zone più impervie. Grandi
esemplari della quercia Roverella crescono isolati nei campi o presso le case coloniche. La Roverella
(Quercus pubescens) è la quercia tipica di questa zona. Alta sino a 25 m, porta
frutti (ghiande), mangiati da
mammiferi e uccelli, un tempo usati per alimentare i maiali e in periodi di carestia per
fare il pane. I boschi sono dei lembi di
querceto su suolo da mediamente umido a più o meno secco (mesofili e
meso-xerofili), costituiti da alberi come la Roverella (Quercus pubescens),
l'Orniello (Fraxinus ornus), il Sorbo comune (Sorbus domestica), l'Acero campestre (Acer campestre) e
l'Olmo campestre (Ulmus minor), che formano con le loro chiome la opertura del bosco.
Al di sotto e soprattutto al bordo esterno e nelle radure, cresce un insieme di
cespugli, quali il Ligustro (Ligustrum vulgare), la Berretta da prete (Euonymus
europaeus), il Biancospino (Crataegus monogyna), il Sanguinello (Cornus
sanguinea), il Prugnolo (Prunus spinosa) e la Rosa canina (Rosa canina). Le
piante del sottobosco crescono ora fitte ora rade a seconda della luce tra il
soffice e spesso strato di foglie cadute: tra le tante la Primula (Primula
acaulis), le Violette (Viola sp. pl.), e i Ciclamini (Cyclamen hederifolium,
C.repandum). Guardando il panorama nel settore da Ovest a Sud-Ovest,
spiccano all'orizzonte i rilievi principali del vicino Appennino: il Monte
Nerone, il Monte Petrano e soprattutto i Monti del Gruppo del Catria. Con
i suoi 1701 m il Monte Catria, il "gibbo" di dantesca memoria, rappresenta la
montagna più alta della Provincia di Pesaro e Urbino. Il Gruppo del Catria comprende altre due cime
minori: il Monte Acuto (m 1668) e il Tenetra (m 1240). Il suo territorio è
compreso nei Comuni di Cagli, Frontone, Cantiano e Serra S.Abbondio. Il Catria
possiede una grande importanza paesaggistica e naturalistica: comprende pareti
rocciose dirupate, gole, prati sassosi,
pascoli, boschi, arbusteti e ruscelli. La struttura
è quella di una grande piega anticlinale di strati prevalentemente
calcarei che include anche i Monti Nerone e Petrano, posti più a Nord-Ovest. Di
grande interesse sono le specie vegetali che crescono negli ambienti rocciosi e
nei prati sassosi, per le quali sono state istituite ben 11 aree di tutela floristica regionale.
Vistosissime sono le fioriture di Viola di Eugenia, Primula, Genziane, Narciso,
varie Orchidee e Nontiscordardimè. I boschi al di sopra dei 900 metri sono delle
faggete, mentre al di sotto in prevalenza degli orno-ostrieti, caratterizzati
cioè dall'Orniello e dal Carpino nero, accompagnati da altre caducifoglie come
Aceri e Roverella. La lecceta è presente in alcuni punti del Gruppo del Catria.
La fauna comprende specie di grande interesse scientifico: da ricordare l'Aquila
reale, il Pellegrino, la Coturnice e il Fringuello alpino. Una colonia di
Gracchi corallini, nidificante in anfratti rocciosi di una parete a strapiombo,
è la più settentrionale dell'Appennino. Per la sua importanza naturalistica il
Monte Catria è stato proposto come parco naturale nel Piano Paesistico
Ambientale Regionale delle Marche.
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