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 Montefelcino

 

Il paese di Montefelcino (m 268 s.l.m.) è situato sulle colline in riva sinistra del Metauro, allo spartiacque tra gli affluenti di sinistra Rio Puto e Rio Maggiore. Il suolo nella zona collinare è di tipo marnoso, marnoso-argilloso, argilloso, calcareo-marnoso, arenaceo e con affioramenti di rocce della Formazione gessoso-solfifera, mentre nella valle del Metauro presenta alluvioni ghiaiose e sabbiose.


 

Nelle vicinanze si trova il nucleo abitato di Montemontanaro. Altre frazioni sono Villa Palombara, Fontecorniale, Monte Guiduccio e in pianura Sterpeti e Ponte degli Alberi. L'economia si basa prevalentemente sullo sfruttamento agricolo della campagna. A questa attività si lega la nascita di fabbriche e aziende di servizio per l'agricoltura. Attiva nel settore industriale è la frazione di Sterpeti, situata lungo la Flaminia tra Ponte degli Alberi e Tavernelle.

Il paesaggio è di tipo rurale, con lembi di bosco e alberature sparse lungo le strade, i fossi e le scarpate.

I lembi di bosco sono dei querceti su suolo da mediamente umido a più o meno secco (mesofili e meso-xerofili), formati da alberi come la Roverella (Quercus pubescens), il Carpino nero (Ostrya carpinifolia), l'Orniello (Fraxinus ornus), il Sorbo comune (Sorbus domestica), l'Acero campestre (Acer campestre) e l'Olmo (Ulmus minor), che formano con le loro chiome la copertura del bosco. Al di sotto e soprattutto al bordo esterno e nelle radure, cresce un insieme di cespugli, quali il Nocciolo (Corylus avellana), il Ligustro (Ligustrum vulgare), la Berretta da prete (Euonymus europaeus), il Biancospino (Crataegus monogyna), il Sanguinello (Cornus sanguinea), il Prugnolo (Prunus spinosa) e la Rosa canina (Rosa canina). Le piante del sottobosco crescono ora fitte ora rade a seconda della luce tra il soffice e spesso strato di foglie cadute: tra le tante la Primula (Primula acaulis), le Violette (Viola sp. pl.), i Ciclamini (Cyclamen hederifolium, C.repandum) e la Fragola (Fragaria vesca).

Grandi esemplari della quercia Roverella crescono ancora un pò dovunque nel territorio. Alta sino a 25 m, porta frutti (ghiande) mangiati da mammiferi e uccelli, un tempo usati per alimentare i maiali e in periodi di carestia per fare il pane.

All'orizzonte, verso Sud-Ovest, spicca il rilievo ammantato di boschi dei Monti della Cesana (m 648 s.l.m.), un rilievo montuoso appartenente ai Comuni di Fossombrone, Isola del Piano e Urbino. Sono caratterizzati da vasti rimboschimenti di conifere esotiche, su suolo calcareo e marnoso. Per la maggior parte (1485 ettari) sono compresi nella foresta demaniale regionale omonima. La vegetazione spontanea è formata da querceti di Roverella, orno-ostrieti, arbusteti; radure e incolti erbosi. Nella zona si trovano due aree floristiche, istituite in base alla Legge Reg. Marche 52/1974, per proteggere piante rare quali Lembotropis nigricans, Monotropa hypopithys, Campanula medium, Campanula bononiensis, Epipactis muelleri. La fauna comprende lo Scoiattolo, l'Istrice, la Faina, il Cinghiale, il Daino e il Capriolo.

Più lontano sono visibili il Monte Paganuccio (m 976), che assieme al Monte Pietralata rinserra la Gola del Furlo, e il Monte Raggio (m 491) che sovrasta Fossombrone.

Il Furlo è una gola rupestre di natura calcarea che spezza trasversalmente il complesso montuoso del Monte Paganuccio (m 976) e del Monte Pietralata (m 889) appartenente ai Comuni di Fossombrone, Fermignano, Acqualagna e Cagli. In questo ambito sono presenti, oltre alla Gola dalle pareti strapiombanti, anche boschi, arbusteti, pascoli sommitali e l'invaso artificiale del Fiume Candigliano. Dal 2001 questo territorio è compreso nella Riserva Naturale Statale "Gola del Furlo". Di grande interesse sono gli aspetti paesaggistici, la flora delle pareti rocciose e varie specie di animali rari o poco diffusi quali l'Aquila reale, il Pellegrino, il Rondone maggiore, la Rondine montana, il Lupo e il serpente Cervone.

Ancor più lontano, verso Sud, si intravedono le parti alte del Monte Catria. Con i suoi 1701 m questo monte, il "gibbo" di dantesca memoria, rappresenta la montagna più alta della Provincia di Pesaro e Urbino. Il Gruppo del Catria comprende altre due cime minori: il Monte Acuto (m 1668) e il Tenetra (m 1240). Il suo territorio è compreso nei Comuni di Cagli, Frontone, Cantiano e Serra S.Abbondio. Il Catria possiede una grande importanza paesaggistica e naturalistica: comprende pareti rocciose dirupate, gole, prati sassosi, pascoli, boschi, arbusteti e ruscelli. La struttura è quella di una grande piega anticlinale di strati prevalentemente calcarei che include anche i Monti Nerone e Petrano, posti più a Nord-Ovest. Di grande interesse sono le specie vegetali che crescono negli ambienti rocciosi e nei prati sassosi, per le quali sono state istituite ben sette aree di tutela floristica regionale. Vistosissime sono le fioriture di Viola di Eugenia, Primula, Genziane, Narciso, varie Orchidee e Nontiscordardimè. I boschi al di sopra dei 900 metri sono delle faggete, mentre al di sotto in prevalenza degli orno-ostrieti, caratterizzati cioè dall'Orniello e dal Carpino nero, accompagnati da altre caducifoglie come Aceri e Roverella. Per la sua importanza naturalistica il Monte Catria è stato proposto come parco naturale nel Piano Paesistico Ambientale Regionale delle Marche.

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