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 Marcabella tra mare e colline

Alla scoperta di un territorio troppo spesso ignorato ma che offre piccoli tesori al visitatore curioso

 

Testo di Roberto Fiume e Federico Carli

 

Le Marche hanno sempre dato l’impressione di godere di un indifferente e splendido isolamento. I marchigiani come soddisfatti del loro mondo e dediti all’esercizio di ritmi lenti e lontani dallo stress, si sono sempre mostrati esitanti (tranne rare eccezioni) al turismo. Oggi, con la creazione dei sistemi turistici locali (STL) che hanno il compito di rendere fruibile e di conservare il territorio, le Marche si aprono ad un turismo discreto, amante della cultura, della natura, di chi sa apprezzare una ricchezza culturale non ostentata, ma equilibrata e conservata con amorevole orgoglio. Abbiamo deciso di esplorare il comprensorio denominato STL Marcabella che, per la sua conformazione geografica e per le vicende storiche, offre un ampio panorama d’opportunità e suggestioni. È turismo di ricerca ben lontano dal turismo dei torpedoni e dei grandi numeri, ma anzi idoneo a chi è ancora in grado di scoprire piccoli gioielli nascosti, una natura ancora da svelare, quiete e silenzio e l’incontro con un popolo discreto e guardingo ma dal grande cuore, unito ad una cultura gastronomica peculiare e ricca.
STL Marcabella comprende il territorio tra la valle del Metauro e la valle del Cesano e sale fino al monte Catrio. Cercheremo di raccontarvi in questo articolo la parte più orientale del sistema che comprende la costa e le prime colline, rimandando l’esplorazione della parte più interna ad un prossimo articolo.
L’ideale punto di partenza è Fano, centro balneare di grande importanza il cui nome rievoca la presenza del tempio della Fortuna, d’epoca romana, così come romano è il massiccio Arco di Augusto; di grande rilievo il Museo Archeologico (info: 0721 828362) con la raffinata corte e una visita merita la solenne rocca Malatestiana. Da qualche tempo ci si può dedicare alla pesca turistica, condividendo la vita dei pescatori oppure approfittare delle scuole di vela; per chi ama le spiagge ricordiamo che Marotta ha ottenuto la bandiera blu, che garantisce la qualità delle acque.
Risalendo verso l’interno è bene ricordare le vicende storiche legate alla Valle del Metauro, qui, infatti, si svolse l’imponente battaglia dove i romani fermarono Asdrubale, cambiando probabilmente il corso della storia. Ma il fiume è anche protagonista dell’offensiva degli alleati nel 1944 (supervisionata dallo stesso Churchill); la vicenda è ben documentata nel piccolo museo di Montemaggiore, ricavato nella sconsacrata chiesa della Madonna del Soccorso. Paese quieto e silente, racchiude una zona ben ristrutturata trasformata in hotel diffuso con centro termale. Le colline sono uno spettacolo affascinante, morbidissime ed intensamente coltivate offrono quadri impressionistici di chiazze di colore con a sfondo il blu del mare. Qui si coltiva l’ulivo che a Cartoceto si trasforma in olio DOP, nettare prelibato tra i più apprezzati d’Italia, mentre a Isola del Piano la coltivazione biologica ha uno storico difensore nella cooperativa Alce Nero. I paesi si arroccano e conservano mura e rocche a testimonianza di tempi tempestosi; è il caso di Mondolfo che assieme a San Costanzo, le cui mura sono appena state ristrutturate, costituiscono la prima difesa sulle colline.
Incontriamo poi Monteporzio, dove i palazzi delle due famiglie si confrontano nella piazza dove si affaccia il ben più modesto comune e la piccola chiesola. Nei dintorni un bel lavoro è stato fatto per rivalutare e rendere fruibile una foresta pietrificata. Citazione particolare merita il comune di Piaggie dove è possibile visitare una tomba ipogea. Aldilà del nome altisonante si tratta probabilmente di una delle prime basiliche rupestri, databile al 2/300 d.C., delle quali si trovano tracce anche in Puglia e Basilicata. Si scende per una ripida scala e s’incontra un antro completamente scavato nel tufo con nicchie e decorazioni. Il posto è piccolo ma assolutamente commovente (info: visita su appuntamento, tel. 0721.890422). Proseguendo il nostro viaggio verso l’interno, dove le colline si fanno più importanti, incontriamo Orciano le cui due torri sono punto di riferimento ortografico per tutta la zona famosa anche per la cultura delle corde, e a fianco Mondavio la cui rocca svetta sia per imponenza che per architettura. Il progettista Francesco di Giorgio Martini, autentico genio dell’architettura militare del ‘400 post polvere da sparo, raggiunge qui la sua vetta più alta. Le pareti sono un alternarsi di convessità e concavità, mentre all’interno i sistemi di difesa si confondono in cunicoli, stanzini e pozzi per l’approvvigionamento dell’acqua. Tale la fama del costruttore che la rocca non fu mai espugnata; nei cortili ricostruzioni delle macchine da guerra e un’armeria per calarsi nell’atmosfera del periodo.
Sul versante opposto del Metauro è possibile visitare Serrungarina con il famoso presepe, e Saltara dove nella villa Bali’s si studiano le stelle.
Il carattere delle genti segue il percorso geografico. Così all’apertura tipica dei porti e della gente di mare, man mano che si sale il carattere si fa discreto e schivo e, come si diceva, guardingo. Ma in vero è tutta facciata, una volta stabilito il contatto e mostrato il dovuto rispetto per la cultura locale fatta di lenti ritmi e camminar pensoso, magari aiutati da un sorso e da un buon lesinare, s’incontra una disponibilità senza freni o remore ed il carattere generoso dei Marchigiani balza fuori prorompente.
Territorio denso di rievocazioni storiche e sagre dal carattere autentico; il Carnevale di Fano, il giuoco dell’oca di Cagli, la mostra Mercato dell’olio di Cartoceto, la Caccia al cinghiale di Mondavio con l’esplosione della rocca, la Cacciata di Mondolfo dove le contrade si sfidano al gioco del pallone al bracciale, la sagra della polenta di San Costanzo, mentre a Barchi si riscoprono antichi sapori.
L’artigianato è presente un po’ ovunque: famosa l’oreficeria di Fano e le anfore di Orciano.
Tra i prodotti della terra svetta il già citato olio di Cartoceto, ma ottima è la pera angelica di Serrungarina ed il carciofo di Monteporzio.

 

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