Marcabella propone...
La fama internazionale del banchetto rinascimentale
rigorosamente in costume di Mondavio ci introduce all’enogastronomia, che da
sola sarebbe “scusa” sufficiente alla visita della Marcabella. In primis,
naturalmente, i prodotti del mare; ma per favore dimenticate gamberoni ed
aragoste ed andate alla ricerca dei prodotti “poveri” dai quali la tradizione ha
saputo trarre capolavori. Come non citare il fritto, il brodetto rigorosamente
di 13 pesci, che a Fano diventa di sardoncini e cavolfiore, il Rombo, la coda di
rospo in potacchio. Particolarmente affascinanti quelle preparazioni che
uniscono ai prodotti di mare i legumi; seppie con piselli e ceci con le vongole.
Tra i primi la polenta morbida che andrebbe servita su di un enorme tagliere con
il sugo al centro da dove ognuno segna il suo cammino a suon di cucchiaiate, i
tacconi, tagliatelle dove predomina la farina di fave, i vincisgrassi di
Cartoceto ed i cres’tajat, frutto di avanzo di polenta e farina bianca a
ricavare una pasta a rombi pronta a condimenti di pesce o di verdure, dove mai
mancano i pendolini (piccoli pomodorini) o con profumi di tartufo. La crescia
sorta di pane basso e tondo, ed il pan nociato accompagnano deliziosi salumi e
guanciali o pecorini di fossa e caciotte di latte crudo. Pollame, agnello,
conigli e verdure a crear squisitezze: coniglio alla cartocetana piatto da
convento, pollo alla cesanense, agnello ripieno e fagiani. E infine crostate di
farro con marmellata di ciliege e fichi fritti. Ma scoprirete piatti della
tradizione ben preservati ovunque. Bianchello del Metauro ed il robusto Rosso
Piceno ad innaffiar brelibatezze. Per concludere la moretta: rhum, brandy,
anice, caffè caldo una scorza di limone ed un po’ di zucchero, per digerire,
vuole la leggenda popolare, anche i sassi.
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