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 Carnevale 1908

Notiziario - Numero Unico

 

Dalla prima pagina:
Il Carnevale a Fano. Alcuni anni or sono la Carnevalesca, società fanese pei divertimenti, annunciava con grandi manifesti, a lettere cubitali, l’arrivo a Fano del Carnevale ed invitava i cittadini ad andare festosamente ad incontrarlo.
Quest’anno il Carnevale che è già entrato silenziosamente nella nostra città, minaccia d’uscirne anche più silenziosamente. Non vedo infatti annunciati né corso di maschere, né tombole, né altro: solo il manifesto “Grande veglione in maschera a beneficio del patronato” sta a ricordarci in quale epoca dell’anno ci troviamo. In verità le mamme e i babbi potranno ben essere contenti: i giovani fanesi non hanno alcuna intenzione di spendere qualche diecina di lire, in questi giorni, in confetti, o in balli o in mascherate.
Non era così una volta! I giovani d’allora, che ora hanno i capelli bianchi e sono in parte scomparsi, provavano un grande divertimento a percorrere un paio di volte il nostro tortuoso corso, nascosti in vari e bei costumi, ricchi di confetti dal lanciare alle belle fanciulle che gremivano, adornando, le finestre delle nostre case scrostate, o i crocicchi delle vie.
Ma i tempi ora sono mutati: i giovani d’oggi stimano ridicolaggini, buffonate, quelle cose che una volta sembravano divertenti; sentono disprezzo per esempio dei corsi di maschere e simili, non più degne del secolo XX, tralasciate dalle città grandi ed emigrate nei paesetti di poche centinaia di abitanti o nei piccoli borghi.
Va bene: ammetto che tutti quei divertimenti siano un avanzo del medio evo, non compatibile col progresso del nostro secolo. Ma la natura umana ha bisogno d’un poco di svago, di qualche ora in cui possa dimenticare le noie e le preoccupazioni d’un anno intiero. Ha avuto sempre questo bisogno dagli antichi tempi fino a pochi anni or sono – già che i Romani ammettevano che semel in anno licet insanire, e il popolo Romano non era uno di quelli che amasse passare il suo tempo in feste – e lo sente più grande ora in cui tutti si vive affaccendati, in cui si lavora più intensamente e si consumano le energie con più rapidità, costretti come siamo, dal bisogno d’un maggior guadagno (sono tanto mutate le esigenze della vita!).
Ma i moderni giovani fanesi, posto in un canto i divertimenti antichi (che apportavano un certo beneficio alle finanze dei nostri commercianti) non hanno creduto di dovere, o non hanno saputo sostituirli.
Dipende forse ciò da quella apatia ereditaria, tanto lamentata e tanto combattuta che affligge la nostra Fano in particolare, e le Marche in generale?
Si scuotano i giovani: raddoppino la loro attività negli studi e nei lavori ma sappiano anche trovare il tempo per divertirsi, e divertirsi bene.
Ma – mi diceva un amico – i giovani non fanno nemmeno in tempo a divertirsi. Io vedo invece continuamente affollato di giovani, i caffè, le osterie e le bettole. Formano queste il modernissimo divertimento del secolo XX? Allora non parlo più: Fano è senza dubbio una di quelle città che si divertono di più.

 

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