Storia
San Costanzo: Età Risorgimentale
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Nei primi decenni dell’Ottocento, a San Costanzo, convenivano
numerosi letterati, ospiti del conte Francesco Cassi, il volgarizzatore della
Farsaglia di Lucano. Il settecentesco Teatro "La Concordia", edificato sulla
base dei rivellino del Castello (recentemente restaurato e riaperto al pubblico)
era, al tempo, sede di prime teatrali delle rappresentazioni composte da
Vincenzo Monti, considerato il letterato che interpretò in maniera più compiuta
il neoclassicismo italiano, e della sua bella figlia Costanza, descritta come
donna straordinariamente bella e dotata di eccellente cultura e talento. Tra
la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo San Costanzo ebbe, infatti, fama di
dotta e ospitale cittadina. Di solito qui si trascorrevano la primavera e
l’estate, periodi che offrivano ai forestieri emozioni particolari. Anche
l’inverno, abbondante di neve, aveva un suo fascino nelle case del borgo e nei
palazzi aristocratici del centro, emozioni che la città non offriva. La torre,
la passeggiata intorno alle mura, le processioni, le confraternite i riti di
Pasqua, facevano di questo paese un luogo ideale per il corpo e per lo spirito.
Il conte Francesco Cassi amava soggiornare spesso a San Costanzo dove possedeva
una splendida residenza. Gli inviti con le più grandi personalità in casa Cassi
erano assai frequenti, suo cugino Perticari era, infatti, marito di Costanza
Monti. A San Costanzo si andavano formando cenacoli di artisti e letterati, si
leggevano i classici e si recitava nel piccolo ma già famoso teatro “La
Concordia”.
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