Carnevale a Fano di Dario Fo - 2003
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Pubblicazione a cura di Franca Rame e Gessica Di Giacomo
Dalla Prefazione di Dario Fo: (…) Ma veniamo al
Carnevale un rito che per quanto riguarda Fano ha origini medievali. Non so
precisamente chi e in che occasione sia nata l’idea di eleggere il “Pupo” a
simbolo e protagonista di questo Carnevale, ma di certo è proprio il caso di
applaudirlo perché mai miglior scelta si poteva azzeccare. La fortuna è detta
casus, casus è jogus, jogare, far burla. Burlatore è il giullare e il capo del
Carnevale. Il Carnevale è detto anche la festa degli innocenti, gli innocenti
sono i bimbi, il bimbo è il pupo… il pupo è detto anche putto da cui derivano
putta e puttana. La dea protettrice delle donne libere, era Venere e quindi
siamo di nuovo alla Fortuna. È straordinario, alcune volte succede che in
conseguenza di una invenzione – nel senso di frottola fantasiosa – ci si ritrovi
a scoprire che la storia originaria ti documenta per reale quello che sei andato
a “dir per azzardo o burla”. È perfettamente il nostro caso. A Fano, in
seguito a scavi all’incrocio di via Montevecchio con via Guido del Cassero, è
venuto alla luce un largo pavimento musivo del II sec. d.C. di notevole fattura.
Il mosaico è stato battezzato “del putto e della pantera”, proprio perché nel
bel centro del pavimento è rappresentata una pantera cavalcata da un ragazzino
piuttosto in carne, che quasi certamente rappresenta Dioniso fanciullo, che doma
la belva. Tu guarda che colpo gobbo! L’effige più antica emersa dal
sottosuolo della città è l’emblema sghignazzante del dio della festosità più
scatenata e liberatoria che vedeva nel ruolo di sacerdoti e vestali clownesche,
satiri e baccanti, cioè ci troviamo in possesso del patronato del dio di
Carnevale. E che vuoi di più? C’è di che montarci la testa e buttarci anche
più in là.
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