Fano
Del periodo bizantino e di quello alto-medievale
restano solo memorie, ma nessuna opera significativa.
Scomparsa la chiesa di Santa Maria Maggiore
sostituita dalla nuova Cattedrale, scomparsa la celebre Abbazia di San
Paterniano dove ebbe la prima sepoltura l’omonimo vescovo-patrono, sopravvive
alquanto manomessa la sola modestissima chiesetta di San Pietro in Episcopio,
prima leggendaria, quanto improbabile, cattedrale della comunità cristiana
fanese.
Solo con il periodo romanico Fano riprende il posto
nella storia dell’arte con una serie di edifici, comprese diverse chiese, di cui
potrebbe ancor oggi andare fiera se il tempo e gli uomini non ne avessero ormai
cancellato quasi ogni traccia.
Largamente rimaneggiata, è sopravvissuta la sola
Cattedrale dell’Assunta, ricostruita “docta manu” da Magister Rainerius dopo
l’incendio del 1124, con il bel portale d’impronta cosmatesca e gli stupendi
altorilievi riutilizzati per il moderno pulpito, splendido esempio in terra
marchigiana dell’arte scultorea lombardo-emiliana.
Restano anche la Absidiola di San Mauro con i suoi
archetti pensili dalle curiose mensole a muso di mostriciattolo e quattro spogli
tronconi di case-torri delle tante che un tempo caratterizzavano il nucleo
urbano.
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