Storia
Mondolfo: Signoria dei Malatesti
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Nel 1306 il comune di Mondolfo entrò nella lega dei comuni di
castello in rivolta contro il rettore pontificio della Marca e in difesa di una
bolla di Bonifacio VIII, che favoriva la grande proprietà signorile a scapito
dei ceti borghesi dominanti nei comuni cittadini. Stante l’ampiezza della
ribellione, la bolla dovette essere ripristinata. Un discendente della
famiglia degli Offonidi, Rainaldo da Mondolfo, fu dapprima assolto dalla
scomunica nel 1355, comminatagli per aver accolto i fautori dei Malatesti entro
le mura di Mondolfo. Poi, durante la “guerra degli otto santi” del 1375-78, egli
risulta invece collegato con Firenze e Antonio da Montefeltro contro la Chiesa,
i Malatesti e Ancona, città nella quale fu tenuto prigioniero. Dopo la
pacificazione, suo figlio Bianco si riavvicinò al pontefice Urbano VI per timore
dei Malatesti. Ma ormai costoro, forti del loro titolo di vicari pontifici e
della loro potenza economica, lo minacciavano da vicino avendo acquistato nel
1372 la giurisdizione della Stacciola, confinante col territorio di Mondolfo e
attendendo l’occasione propizia per impadronirsi anche di questa terra. Ciò
avvenne, non senza lotte, attorno al 1390 sotto il nuovo papa Bonifacio IX, che
rinnovò poi ai Malatesti il Vicariato nel 1399. La terra rimase sotto il dominio
malatestiano fino alla battaglia del Cesano dell’agosto 1462, nella quale
Sigismondo Pandolfo Malatesti fu sconfitto da Federico da Montefeltro. L’ultima
stagione di autonomia comunale ebbe termine nel 1474, quando il pontefice Sisto
IV concesse in Vicariato Mondolfo, Senigallia, San Costanzo e Mondavio a suo
nipote Giovanni della Rovere.
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