MUSA – La rivista delle immagini e della cultura marchigiana Gennaio-febbraio 1987
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Da pagina 20, articolo di Alberto Berardi
Fano – Il Carnevale dell’Adriatico
(…) Oggi il Carnevale di Fano è la più importante festa popolare
delle Marche ed una delle prime in Italia; ai suoi tre corsi invernali ed a
quello estivo partecipano infatti oltre duecentomila persone. L’edizione estiva
è la riproposizione a fini turistici di quella invernale con la sola eccezione
del momento rituale del rogo del “Pupo” e da qualche anno ha sempre più assunto,
forse per la stessa temperatura, modi brasileni sia per l’onnipresente samba che
per l’inesauribile allegria che pervade tutti i partecipanti. L’edizione
invernale anche se non tutti gli spettatori ne sono consapevoli, non è altro
invece che la rivisitazione in chiave moderna e con la sovrapposizione di altri
elementi culturali aggiuntisi nei secoli dell’antico ed eterno rito del “capro
espiatorio” condotto all’altare del sacrificio. Il “Pupo” simboleggia infatti
l’animale sacro sul quale la comunità scaricava e forse scarica anche oggi tutte
le colpe collettive ed individuali commesse nel corso dell’anno e
particolarmente nei giorni di licenza erotica del Carnevale ed i carri
allegorici che lo seguono non sono altro che il ricordo dei carri sui quali tra
due ali di folla gli officianti e gli addetti si recavano all’altare. Rito che
non poteva non concludersi con il Rogo che anche oggi nella Piazza centrale di
Fano con le fiamme divorando il “Pupo” purifica tutti i presenti e conclude il
Carnevale. (…) La sfilata è chiusa tradizionalmente dalla Musica Arabita,
musica arrabbiata, un singolare complesso musicale nate nel 1923, molto imitata
in Italia ed all’estero, che sfilando a piedi dopo l’ultimo carro impedisce con
il suo ritmo inimitabile che l’atmosfera di gioia e di allegria venga
immediatamente a cessare (..).
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