Fano
Con il secolo XVI si può finalmente parlare anche di
una “officina” pittorica fanese. È evidente il riferimento alle due distinte
famiglie dei Moranti e dei Persciutti; sulle tracce, tutti, del raffaellismo di
moda, con provinciali arcaismi santiano-perugineschi e riferimenti lotteschi
alcuni e con netta impronta nordica e protomanieristica altri.
Prima e oltre la metà del secolo va poi anche
registrata la presenza di maestranze settentrionali a cui va in parte attribuita
la costruzione della nuova chiesa e convento di Santa Maria Nuova e della nuova
chiesa e convento di San Paterniano, oltre alla nuova loggia del palazzo già
malatestiano. Né possono essere dimenticate un paio di severe dimore patrizie
come Palazzo Castracane e il bel Palazzo Martinozzi o la piccola deliziosa
facciata protobarocca della Chiesa di San Silvestro, opera forse dell’architetto
Filippo Terzi, mentre del veneziano Giacomo di Stefano Bambagini sono il
maestoso portale della chiesa di San Paterniano e il bellissimo puteale
collocato al centro del chiostro della stessa chiesa.
Di fine secolo è la graziosa Statua della Fortuna,
realizzata dall’urbinate Donnino Ambrosi per la vecchia fontana di
piazza.
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