Carnasciale del 22 febbraio 1925
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Numero Unico Giornale ultraspiritosissimo Direttore: Fiutolino Ficcanasi
Dalla terza pagina: Numeri di stagione estiva,
almanacchi, strenne al Capo d’Anno ecc., ma nessuno ha pensato di offrire un
numero speciale per solennizzare il Carnevale! (vedete come riempie la
bocca…). No di certo: ebbene, il Carnasciale amante di novità vuol colmare
questo vuoto, o cortesi lettori, e vi offre un numero speciale, anzi
specialissimo (formatto ottavo, inchiostro verde, pagine otto e tante altre
belle cosettine…) con un articolo dedicato proprio al Carnevale. Materia non
può mancare a questo soggetto ed infatti abbiamo una raccolta abbondante di cose
mani…polate. Abbiamo scritti di valenti e di oscuri (come è appunto il mio)
ma tutto l’insieme offre al lettore un buon quarto d’ora di spasso, che conceda
loro l’oblio delle cambiali, delle tasse, delle crisi, delle guerre… sst! Certe
cose non vanno nominate in una pubblicazione seria come questa. Allora avanti
per la nostra strada. Il Carnevale, signore e signori, è antico come me,
ossia come l’uomo, poiché col primo uomo nacque la smania del piacere
(…). Venuto in grandissimo uso in tutta Europa e specie in Italia il
Carnevale assumeva proporzioni sbalorditive; in quasi tutti i luoghi c’era l’uso
di lanciare i fiori, confetti, aranci, coriandoli ed altro…; questo fragoroso,
molesto e… pericoloso uso, sembra sia derivato da quello antico dei monelli di
Firenze che per le vie si scagliavano dei sassolini l’uno contro
l’altro. Oggi il Carnevale accenna a decadere (a Fano, sicuramente no, con
questo po’ po’ di roba!?) e le feste che ora hanno luogo sembrano gli ultimi
guizzi di una fiamma che sta per estinguersi. Per quale ragione? Forse
dalle più difficili condizioni di vivere, forse dal generalizzarsi di feste e
divertimenti in tutte le stagioni dell’anno (compresa la Quaresima!), forse… qui
lascio il posto al parere dei lettori.
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