Storia
        
        
                
        	
        		
               Barchi: Libertas Ecclesiastica
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Signore di Barchi in questi anni gloriosi fu Giovanni della 
Rovere che si sposò nel 1478 con la figlia del duca Federico. Questo matrimonio 
fu il primo passo verso l’unione delle due dinastie (Montefeltro – Della 
Rovere), unione che sarà effettiva nel 1508, quando Francesco Maria della 
Rovere, figlio di Giovanni, diventerà duca d’Urbino. 
La svolta più importante nella storia della cittadina avvenne in 
pieno Rinascimento con la costituzione nel 1538 del Vicariato di Barchi (un vero 
e proprio Stato con giurisdizione su altri cinque castelli) il quale divenne 
indipendente dal “Vicariato Vecchio”. Sempre più interessato fu quindi 
l’intervento dei Duchi di Urbino, che a Barchi possedevano un sontuoso edificio 
adibito a residenza estiva.  
Nel 1550 il Castello fu concesso in feudo al Conte Pietro 
Bonarelli della Rovere di Ancona, che, per l’occasione, fu nominato Marchese di 
Barchi. La grande rivoluzione urbanistica voluta dal duca Guidubaldo II della 
Rovere cambiò completamente il ruolo del Castello, il quale da un 
importantissimo centro strategico-militare venne tramutato in un’attiva, 
socialmente e culturalmente, cittadina rinascimentale. Il Duca affidò i lavori 
al suo architetto di fiducia, il bolognese Filippo Terzi (Bologna 1520 ca. – 
Lisbona 1597), uno dei più grandi architetti di tutto il 
Rinascimento. 
Barchi rappresenta senz’altro la più completa e importante opera 
italiana di questo grandissimo architetto che ideò per conto del duca Guidubaldo 
II, una vera e propria “Cittadina Rinascimentale”, trasformando il Castello in 
un mirabile esempio della nuova concezione urbanistica 
rinascimentale. 
Barchi conserva ancora intatta questa Cittadina nella quale è 
tuttora completamente evidente la nuova razionale divisione degli spazi 
urbanistici voluta dal Filippo Terzi: egli riprogettò l’intero Castello, aprendo 
un elegante corso che taglia in due l’intero abitato; realizzando la piazza 
posta al centro e studiata in modo tale da presentarsi come un immaginario 
palcoscenico per chi entra dalla Porta Vecchia; disegnando la nuova Chiesa, il 
Palazzo Comunale e la superba torre dominante sull’intera vallata; creando 
infine la nuova sontuosa entrata, culminante, non in un arco militarmente 
studiato per la difesa del Castello, ma in un vero e proprio arco trionfale, la 
Porta Nova. Nel 1631 l’ultimo duca Francesco Maria II, passò a miglior vita e 
l’intero Ducato di Urbino entrò a far parte dello Stato Pontificio. Il 
"Vicariato di Barchi" prosperò quindi a lungo, come un vero e piccolo Stato, 
acquisendo notevole importanza nell’ambito dello Stato della 
Chiesa.
  
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