Storia
Per oltre duecento anni, Fano fu resa docile e pacifica dai
governi prelatizi, ma le campagne napoleoniche, e ancor prima le sorprendenti
notizie sulla rivoluzione franco-parigina, risvegliarono la città dal suo
torpore. Nel febbraio 1797 la città subì la prima invasione di francesi e
cisalpini (Napoleone passò per Fano l’8 febbraio) i quali, ritiratisi poco dopo,
ritornarono nel dicembre. Tempi agitatissimi che videro Fano aggregata alla
Repubblica Romana, centro di confine con la Cisalpina. Una posizione che fu
causa di gravissimi lutti quando nel 1799 cominciarono gli attacchi, gli sbarchi
e i saccheggi delle truppe austro-russo-turche con contrattacchi, nuovi
saccheggi e fucilazioni da parte francese. Guerra atroce che restituì in un
bagno di sangue Fano alla sovranità di Papa Pio VII durata fino al 1808, quando
la città entrò a far parte del Regno Italico, durato a sua volta fino alla
sconfitta di Napoleone a Lipsia (1814). Non seguirono anni tranquilli. Era
il 1831 e Fano, unita ai rivoluzionari romagnoli, inviava i suoi volontari alla
“vanguardia” del Sercognani. Nel 1848 i volontari fanesi combatterono nel Veneto
e la città ospitava la legione di Garibaldi in marcia verso Roma. Il 16 giugno
1859, infine, la città insorgeva, proclamando l’annessione al costituendo Regno
d’Italia e nominando una propria Giunta provvisoria di governo. Rioccupata
dalle truppe pontificie ancora per poco, la mattina del 12 settembre 1860
accoglieva in festa le truppe liberatrici del generale
Cialdini.
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