Fano
Ai Malatesti, Fano deve l’ampliamento della cinta
muraria, il ripristino di porte e bastioni e la costruzione dell’imponente Rocca
Malatestiana con relativo Mastio (disegnato, forse, dallo stesso Sigismondo con
la collaborazione dell’architetto Matteo Nuti che ricostruì in seguito anche
Porta Maggiore con l’adiacente Bastione).
Un secolo più tardi, con un nuovo grande Bastione,
anche Antonio e Luca da Sangallo avrebbero offerto il loro contributo di tecnici
espertissimi al rafforzamento difensivo della città.
Sul finire del secolo XV e nei primi anni di quello
successivo aveva trionfato intanto il nuovo stile urbinate: nella casa degli
Arnolfi dalle belle finestre di gusto lauranesco, nell’Arco Borgia-Cybo eretto a
ricordo della ottenuta “libertas ecclesiastica”, nella Loggia e soprattutto
nella Chiesa di San Michele dal bellissimo portale di quel Bernardino di Pietro
da Carona che già alcuni anni prima aveva scolpito il pregevole portale della
Chiesa di Santa Maria Nuova in San Lazzaro, trasferito poi nell’omonima chiesa
cittadina, insieme con il prezioso coro intarsiato e intagliato dai fratelli
Antonio e Andrea Barili da Siena e con le splendide pale di Giovanni Santi
(Visitazione) e del Perugino (Annunciazione e Madonna in Trono con relativa
lunetta della Pietà e la superba predella con Storie della Vergine in cui si è
voluto veder la mano del giovanissimo Raffaello.
Di Giovanni Santi non può infine essere dimenticata
la Sacra Conversazione dipinta per la Chiesa di Santa Croce e ora presso la
Pinacoteca Civica.
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