“Sant’Ippolito - Barchi - Fratte Rosa”
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ITINERARIO N. 7
-SANT’IPPOLITO: Visita del”paese degli
scalpellini”
Sin dall’epoca romana, il paese fece parte dell’importante
Forum Sempronii. Con la diffusione del cristianesimo venne eretta su una
collinetta la Pieve di Sant’Ippolito.; dopo il mille, a breve distanza dalla
chiesa, sorse l’omonimo Castello. Fu dominata dai Malatesta, dai
Montefeltro e dai Della Rovere ed infine passò a far parte dello
Stato della Chiesa dal 1631 al 1860. Da secoli molto sviluppato è l’artigianato
della pietra, con scalpellini e marmisti in grado di creare vere opere
d’arte in pietra arenaria; una tradizione secolare che si può scoprire
passeggiando anche lungo le vie del castello e del borgo, dove sono state
poste , via via nei secoli 13 madonnine che simboleggiano difesa e protezione
degli abitanti. Oltre alla scultura emerge la produzione di oggetti in
terracotta e articoli in giunco e bambù.
-BARCHI: Prima del XIII secolo
l’abitato si trovava alla base di due alte colline, lungo il corso di un
affluente del rio Maggio, e si chiamava Berte. Fu all’inizio della predicazione
dei francescani che la popolazione, sull’esempio di quei primi religiosi, decise
di trasferirsi sulla sommità del colle. A ricordo delle antiche origini del
borgo rimangono i resti della cinta muraria e del Castello. Un antico
borgo di grande forza evocativa, in grado di catturare l’ospite con un
accoglienza estremamente piacevole e rilassante.
-FRATTE ROSA: La
cittadina sorge nello spartiacque delle vallate del Cesano e del Metauro e
grazie alla sua posizione arroccata alla collina, offre un panorama mozzafiato.
Lontana anni luce dalla contaminazione e dalla confusione, Fratte Rosa
sembra essere uscita da una favola e regala ai suoi visitanti un
contagioso spirito di saggezza e serenità. Di secolare tradizione è la
produzione dei “ cocci di Fratte Rosa” , rinomate terrecotte che probabilmente
devono il proprio nome al tipico colore rosa dei mattoni delle case. Da non
perdere l’esposizione che rappresenta pienamente quella che fu la produzione
ceramica locale e permette realizzare come la ceramica forniva soluzioni ai
problemi più singolari. Artigiano e fruitore sono infatti strettamente legati,
“costruiscono” insieme l’oggetto, l’uno con la propria abilità e conoscenza
tecnica, l’altro fornendo indicazioni e suggerimenti dettati da un prolungato
utilizzo quotidiano. Da non perdere il Convento Santa Vittoria del XIII
secolo fondato da S.Francesco d’Assisi.
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